Al Baco la prima intervista di Michele Bragantini, nuovo dirigente dell’istituto unificato di Sona: “una scuola che unisce e cresce”

Articolo tratto da "Il Baco da Seta"

Il nuovo anno scolastico si è aperto con una novità importante per l’Istituto Comprensivo di Sona: la guida del dirigente Michele Bragantini, già alla direzione dell’Istituto Comprensivo di Bussolengo, chiamato quest’anno a ricoprire anche la reggenza della scuola unificata di Sona e Lugagnano.

Un incarico che porta con sé nuove sfide, ma anche la possibilità di costruire legami, consolidare esperienze e condividere buone pratiche tra realtà scolastiche vicine per territorio e per spirito educativo.

Nei suoi primi mesi di lavoro il professor Bragantini ha incontrato docenti, personale e studenti, trovando un ambiente accogliente e collaborativo. Con lui abbiamo parlato di scuola, di organizzazione e di cambiamento.

Dirigente, qual è stato il suo percorso professionale fino alla posizione attuale?
Sono dirigente scolastico da sette anni. Ho iniziato la mia carriera proprio a Bussolengo, dove sono tuttora in carica. Nel corso del tempo ho avuto diverse reggenze; ho lavorato anche al Liceo Artistico e al Liceo Galilei di Verona. Negli anni ho imparato a gestire più scuole contemporaneamente, al punto che ormai non saprei dire cosa significhi lavorare su una scuola sola.

Gestire più scuole contemporaneamente non dev’essere semplice. Quali sono le principali sfide e i vantaggi di questa situazione?
Sicuramente è un carico di lavoro importante. Tuttavia a Bussolengo ho la fortuna di essere circondato da collaboratori e personale amministrativo estremamente efficiente. Questo mi permette di alternare le presenze tra le scuole senza aumentare le ore lavorative. Sul piano dei vantaggi, credo che il dimensionamento possa rappresentare un’opportunità di miglioramento: razionalizza le risorse economiche e umane, permette di trasferire buone pratiche e di ottimizzare la gestione. Quando le risorse vengono indirizzate in modo più mirato, i risultati sono migliori.

Come viene gestita la collaborazione tra le diverse sedi scolastiche?
Il mio lavoro si basa su una presenza alternata: un giorno sono in una scuola, il giorno dopo in un’altra. Il coordinamento tra le sedi avviene grazie ad una segreteria unificata e ad una rete di collaboratori di fiducia. L’obiettivo è garantire uniformità gestionale e favorire il dialogo tra i diversi plessi. Il dimensionamento ha reso possibile un’amministrazione unica per Lugagnano e Sona, che consente di indirizzare le risorse in modo più razionale. Lugagnano e Sona sono due realtà con la loro identità e le loro peculiarità. Ma condividono la stessa amministrazione comunale, che sostiene entrambe le scuole. Questo offre, attraverso il dimensionamento, la possibilità di gestire le risorse economiche e umane in maniera più oculata: ciò che di buono si fa a Sona può essere trasferito a Lugagnano, e viceversa. In questo modo si valorizzano le esperienze, si risparmia e si lavora con maggiore efficacia.

Com’è stato il primo impatto con la nuova scuola?
Devo dire che mi aspettavo una situazione più complessa e invece ho trovato tanta disponibilità da parte di entrambe le scuole, del personale e dei docenti. Fin dal primo collegio docenti ho sottolineato che la sfida più grande sarebbe stata quella di far diventare “uno” ciò che prima erano “due”. Pensavo che questo passaggio avrebbe suscitato qualche resistenza, e invece non è stato così. I docenti oggi sono abituati a muoversi, a conoscere più realtà: spesso chi insegna a Lugagnano ha già lavorato a Palazzolo, a Sona e a San Giorgio, e viceversa. C’è un personale molto flessibile, abituato al cambiamento, e questo aiuta. Anche chi non aveva esperienze dirette con l’altra scuola si è mostrato aperto e propositivo. Ho trovato un corpo docente disposto a mettersi in discussione, a collaborare, a progettare in modo nuovo. Non ho percepito paura o chiusura, anzi: molti stanno vivendo questo momento come un’occasione di crescita e di rinnovamento.

Durante l’estate alcune famiglie hanno manifestato preoccupazione per il dimensionamento. Come ha vissuto questo passaggio?
Il timore più grande non era la riduzione dei servizi, anche perché posso assicurare che per quest’anno non ci sarà alcuna diminuzione nell’offerta, ma la perdita di stabilità. Ciò nonostante posso dire che il personale ha reagito con grande senso di responsabilità. Abbiamo approvato il piano generale dei progetti dell’Istituto la scorsa settimana: non è stato tagliato nulla. Tutti i progetti storici delle due scuole sono stati confermati. Questo dimostra che la scuola non ha perso ricchezza, anzi, sta imparando a lavorare come un unico organismo.

Lei sa già che si tratta di una reggenza. Cosa prevede per il futuro della scuola e per chi la guiderà dopo di lei?
Sì, è una reggenza annuale, quindi il prossimo anno la scuola sarà assegnata ad un dirigente titolare. Il mio ruolo è quello di favorire il dialogo e aiutare le due anime della nuova scuola a costruire insieme un’identità condivisa, senza prevaricazioni.

Ha avuto modo di confrontarsi con l’amministrazione comunale?
Fin dal primo giorno. Ho trovato il sindaco Gianfranco Dalla Valentina e la vicesindaca Monia Cimichella delle persone molto presenti e attente, così come tutta l’amministrazione. È una realtà davvero sensibile al mondo della scuola, sia per quanto riguarda gli edifici e la logistica, sia per l’aspetto educativo e culturale. Sono persone accessibili, con cui è facile confrontarsi e che hanno idee chiare su come sostenere il miglioramento culturale del territorio. Mi ha colpito la rapidità con cui mi hanno contattato e la disponibilità che mi hanno dimostrato. Non tutte le amministrazioni sono così partecipi: qui ho percepito un impegno reale e continuo. E questo è un segnale importante.

Cosa può dire del rapporto con le famiglie e con il nuovo comitato genitori?
Il comitato genitori è un segno concreto della volontà di collaborare.  Nonostante i timori iniziali, le famiglie si stanno mostrando partecipi, curiose, disponibili a dare una mano e sono certo che questa collaborazione crescerà nel tempo.

Il dirigente Michele Bragantini racconta con equilibrio e sincerità un passaggio complesso, ma ricco di possibilità. Dalle sue parole emerge una visione di scuola fondata sulla collaborazione e sulla fiducia reciproca.

La nuova realtà di Sona, nata dall’unione di due istituti con storie e identità proprie, non è, nelle sue intenzioni, una semplice somma di parti, ma un organismo nuovo, capace di valorizzare le differenze e di trarne forza.  “La nuova scuola di Sona può contare su un personale stabile, motivato e desideroso di costruire insieme – afferma il dirigente – L’unificazione non sarà un passo indietro, ma un’occasione per crescere, per dare più voce alla scuola e contribuire in modo ancora più forte alla crescita umana e sociale dei ragazzi.”

Una scuola, dunque, che cambia ma non perde se stessa, che si rinnova senza dimenticare le proprie radici, e che guarda al futuro con un’unica, semplice convinzione: fare squadra è il primo passo per costruire comunità.